Tecnica Split Crest

Il riassorbimento verticale e orizzontale delle creste ossee atrofiche spesso impedisce il posizionamento degli  impianti.

Diverse tecniche chirurgiche sono state proposte per aumentare i volumi ossei; tra tutte, la metodica di GBR e l’apposizione di un innesto osseo in blocco sono tra le metodiche più note e senza dubbio quelle con il maggior numero di lavori scientifici al loro attivo.
Quando il deficit osseo è essenzialmente di tipo orizzontale, una valida alternativa per consentire l’inserimento degli impianti è rappresentata dalla tecnica  “split crest”.

Secondo una recente review (Chiapasco 2006), fra tutte le procedure di aumento osseo, la split crest è quella con la percentuale di successo in assoluto più elevata, con un range variabile tra 98 e 100%.

La tecnica chirurgica consiste nella distrazione della corticale vestibolare mediante frattura a legno verde; l’inserimento degli impianti osteointegrati sarà effettuato nello spazio che si viene così a creare tra la corticale palatale (o linguale) e quella vestibolare.

Il dispositivo piezoelettrico utilizzato nello studio Bertocchi è Piezosurgery 3 della Mectron che comprende sia un manipolo piezoelettrico che un manipolo contrangolo per l’inserimento di impianti.

La metodica dello split crest è dedicata principalmente alla risoluzione di atrofie in senso orizzontale del mascellare superiore, dove è possibile una più agevole distrazione del segmento osseo minimizzando il rischio di fratture rispetto alla mandibola.
Una dimensione ossea verticale non inferiore a 10 mm è richiesta per ridurre il rischio di frattura durante le manovre di dislocazione.

Allo scopo di garantire un’adeguata vascolarizzazione del sito implantare, una certa quantità di osso midollare deve essere compresa tra le due corticali; inoltre, la presenza di una concavità buccale costituisce una controindicazione a questo tipo di procedura.
Dopo l’elevazione di un lembo a tutto spessore (o a spessore misto totale-parziale) che si estenderà per circa 6-7 mm distalmente e mesialmente al segmento interessato, viene praticata una prima osteotomia sagittale della cresta edentula; tale osteotomia comprende sia la corticale che la sottostante midollare, e deve avere una profondità di circa 2/3 rispetto a quella che sarà la lunghezza degli impianti da inserire.
La distanza di rispetto dagli elementi dentari contigui deve essere di circa 1,5 mm.

Successivamente, vengono praticate due osteotomie verticali di scarico allo scopo di creare delle linee preferenziali di cedimento che delimiteranno i margini del segmento osseo da distrarre, riducendo il pericolo di frattura incontrollata.
In mandibola, a causa della maggior rigidità della corticale, è consigliabile praticare un’ulteriore corticotomia basale subtotale che connetta le due osteotomie verticali alla loro base; questo accorgimento consente di facilitare la manovra di espansione.
Il successivo tempo operatorio prevede la distrazione del segmento osseo; con uno scalpello piatto si eseguono cauti movimenti di rotazione in senso vestibolo-palatale sfruttando l’elasticità dell’osso spongioso, sino alla dislocazione della parete ossea buccale.


In seguito, si procede alla realizzazione del tunnel implantare e al contestuale inserimento degli impianti osteointegrati.
Lo spazio esistente tra le due corticali viene riempito esclusivamente dal coagulo ematico. L’ultimo tempo chirurgico prevede un’incisione di rilascio attraverso il periostio che permetterà una sutura del lembo priva di tensioni.

Tradizionalmente, per praticare le osteotomie vengono utilizzate frese chirurgiche al carburo di tungsteno (Coatoam & Mariotti 2003), seghe reciprocanti o sagittali (Zijderveld 2004), dischi rotanti (Khoury 2000) o strumenti a mano quali scalpelli o lame Beaver 64 (Scipioni 1994; Oikarinen 2003; Basa 2004).

Vantaggi della chirurgia piezoelettrica

La chirurgia piezoelettrica è sicuramente la metodica più idonea per eseguire la tecnica di split crest e permette di evitare gli svantaggi legati a un’esecuzione con strumenti tradizionali.

Il taglio micrometrico consente osteotomie di precisione estrema, impensabile con strumenti tradizionali. Il taglio selettivo, dovuto alla frequenza ultrasonica dedicata consente al dispositivo di essere attivo sui tessuti mineralizzati come osso e denti, ma non sui tessuti molli (ad es. vasi e strutture nervose) a tutto vantaggio di un’elevata sicurezza intraoperatoria. L’effetto di cavitazione prodotto dalle vibrazioni ultrasoniche si traduce in una visibilità totale del campo operatorio e contribuisce ad aumentare la sicurezza intraoperatoria.
Infine, l’assenza di macrovibrazioni tipiche degli strumenti rotanti e la ridotta pressione che deve essere esercitata sul manipolo permettono l’esecuzione di osteotomie e/o osteoplastiche altamente precise e sicure, oltre che molto più confortevoli per il paziente; tutto questo si traduce in una minor morbilità e in un’aumentata accettazione dell’intervento da parte del paziente. Dal punto di vista istologico, nelle osteotomie eseguite con dispositivi piezoelettrici, diversi Autori hanno osservato una miglior guarigione ossea rispetto agli strumenti rotanti.

Nella tecnica di split crest la possibilità di effettuare osteotomie assolutamente precise grazie alla capacità di taglio micrometrico e di preparare senza rischi la sede implantare rendono la tecnologia piezoelettrica un valido aiuto per il chirurgo, soprattutto nei casi dove esista un’atrofia ossea di grado tale da rendere rischioso, se non impossibile, l’esecuzione dell’intervento.
A conclusione di tutto questo possiamo dire che l’utilizzo dei dispositivi piezoelettrici in chirurgia orale si conferma essere un valido aiuto per il chirurgo; segnatamente, il loro impiego nelle tecniche di split crest consente di ottenere osteotomie molto più nette di quelle effettuate con strumentazione rotante, offre una maggior sicurezza grazie all’aumentata visibilità intraoperatoria e all’impossibilità di ledere i tessuti molli.
Anche la fase d’ inserimento degli impianti è estremamente facilitata dall’utilizzo di inserti dedicati per praticare il tunnel implantare.

Dal punto di vista dell’approccio psicologico al paziente, si osserva un aumento della compliance dovuta alla mini-invasività della chirurgia piezoelettrica; tutto ciò si traduce in un’aumentata accettazione di procedure chirurgiche a volte anche piuttosto complesse.

Disegno schematico della tecnica Split Crest

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INTERVENTO DI SPLIT CREST NELL’EMIMANDIBOLA DI SINISTRA CON INSERIMENTO DI 2 IMPIANTI IN SEDE 3.6 E 3.7 su Paziente di sesso maschile, B.R. di anni 77.

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