Agenesia in età pediatrica e su paziente adulto

Si definisce Agenesia dentale la patologia che riguarda il non sviluppo di uno o piu' denti o meglio la non formazione della struttura embrionale da cui si forma il dente: il follicolo dentale.

La non formazione del follicolo dentale (agenesia) può essere determinata da un difetto genetico o inibita da fattori esterni (traumi, infezioni, carenze nutrizionali) o interni (patologie neuroendocrine). L’agenesia è l’esatto contrario dell’Iperodonzia, cioè della presenza in eccesso di uno o più denti rispetto alla normale dentizione.

 

AGENESIA MULTIPLA

Le cause: le agenesie multiple possono essere manifestazioni di sindromi complesse, più o meno gravi, interessanti organi diversi che hanno in comune l’origine da uno stesso tessuto embrionale (organi di derivazione “ectodermica”): nella sindrome di Christ-Siemens-Weech, ad esempio, sono colpiti, oltre ai denti, le ghiandole sudoripare ed il sistema pilifero, con ridotta produzione di sudore e scarsa peluria.

 All’agenesia di un dente possono associarsi difetti di dimensioni o di forma di altri denti e ritardi dell’eruzione dentale e tali difetti possono comparire anche nei familiari delle persone con agenesia.

L’ereditarietà delle anomalie dipende, infatti, da un sistema complesso di geni associati che controllano diversi caratteri dentali: forma e dimensione, per l’appunto, fino alla “presenza” o “assenza” del dente.

Per fare un esempio, non c’è da stupirsi se il fratello di un ragazzo con agenesia dell’incisivo laterale superiore presenta lo stesso dente di dimensioni molto ridotte e di forma “conoide”.

 

La diagnosi: in linea di massima, se ad un bambino è uscito un nuovo dentino e dopo 8-12 mesi (ma i tempi possono variare..) non è ancora comparso lo stesso dentino dall’altro lato, si dovrebbe sospettare un’agenesia.

L’odontoiatra formulerà una prima ipotesi di agenesia durante la visita, quando rileverà l’assenza di uno o più denti.

La diagnosi di certezza richiederà, però, l’esecuzione di una radiografia panoramica delle arcate dentarie (“ortopantomografia”), che permetterà di contare le gemme dei denti in via di formazione nelle ossa mascellari e di verificarne la reale assenza.

Può accadere, infatti, che un dente non erompa perché “ritenuto” o “incluso” nell’osso, come spesso accade per i canini superiori: in questo caso, il dente, che si è formato, ma è rimasto all’interno dell’osso, è visibile alla radiografia.

Naturalmente, nel formulare la diagnosi di agenesia, bisognerà tener conto dell’età del bambino e dell’epoca di mineralizzazione delle gemme dentali: ad esempio, le gemme dei “denti del giudizio” si rendono evidenti radiograficamente dagli 8 anni in poi. In caso di agenesia di un dente permanente, il corrispettivo dentino di latte potrà avere due opposti destini: cadere precocemente, per un riassorbimento della radice più rapido del normale, oppure rimanere a lungo in arcata, se si verificherà una “anchilosi” tra la radice e l’osso circostante (la radice e l’osso si fondono). I denti adiacenti tendono a spostarsi verso i siti liberi degli elementi mancanti, determinando disarmonie dell’occlusione.

 

La terapia: la terapia delle agenesie verrà decisa valutando i singoli casi sulla base dei rapporti di occlusione fra le arcate dentarie e dei rapporti reciproci delle basi ossee: potrà essere opportuna una terapia ortodontica, per portare i denti adiacenti a chiudere correttamente lo spazio del dente mancante, oppure potrà essere necessario mantenere tale spazio in attesa di poter applicare una protesi, di tipo tradizionale o su impianti.

Successivamente si potrà vedere un caso di agenesia in un paziente adulto risolto con chirurgia impiantare.

Implantologia in un caso di agenesia su paziente di sesso femminile di 40 anni T.M. (mancanza del dente 42)

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