Igiene

 

 

Fin dall'ingresso in studio iniziano le procedure atte a garantire la massima attenzione all'igiene, si inizia con l’ utilizzo del tappeto decontaminante consistente in una barriera decontaminante multistrato trattata con Neo Sterixidina® disinfettante.

Esso è posto ai piedi delle scale di accesso allo studio, gli strati di cui è composto vengono sostituiti più volte al giorno per garantire ad ogni persona che entra la pulizia della suola delle scarpe.

Una volta saliti, si indossano dei comodi copri-scarpe monouso in plastica trasparente che, terminate le cure, vengono gettati in un apposito contenitore posto all’ entrata della sala d’attesa.

Lo studio adotta protocolli e procedure di sterilizzazione, validate a livello nazionale, che vengono applicate con cura dal personale preposto, adeguatamente formato ed addestrato.

Le poltrone odontoiatriche con tutto il loro apparato annesso, prima d’iniziare qualsiasi cura, vengono disinfettate con soluzioni spray (Zeta 3 form® e Sporigerm spray®) ad azione battericida, fungicida, tubercolicida e virucida e con salviette dedicate ad azione battericida e virucida (synergy health AZOMAX).

Tali sostanze agiscono in un minuto e sono attive contro virus con involucro, virus dell'epatite B (HBV), virus dell' epatite C (HCV), virus dell' AIDS (HIV)e virus influenzali A (H1N1).

Le parti di regolazione e controllo delle apparecchiature presenti sono protette con fogli adesivi monouso che ad ogni cambio di paziente vengono sostituiti.Il materiale utilizzato, ovviamente sterile e rinnovato ad ogni paziente, segue un "percorso" particolare, finalizzato a garantire la massima sicurezza, e viene monitorato in ogni fase dagli addetti alla sala di sterilizzazione.
Essa è organizzata in tre aree: una per gli strumenti infetti, una per la disinfezione ed una per la sterilizzazione. Tale prassi permette ad uno strumento di seguire un “percorso” logico in cui non verrà mai a contatto con uno della fase precedente, in modo da rendere impossibili eventuali contaminazioni.

La prima fase consiste nell'immersione per un minimo di dieci minuti nell’apposita vasca contenente una soluzione di Peroxill 2000®, gli strumenti vengono poi lavati e detersi manualmente.

Nella seconda fase il materiale utilizzato viene inserito in contenitori ad hoc che permettono il necessario trattamento nelle vasche ad ultrasuoni, le quali intervengono nella rimozione dei frammenti che residuano (cementi, paste, ecc.) attraverso un processo denominato Cavitazione. Semplificandolo molto si può descrivere come una formazione di microscopiche bollicine cariche di vapore che vanno a urtare violentemente sugli strumenti per rimuovere le impurità. Alla fine di tale fase gli strumenti vengono sciacquati ed asciugati e sono pronti per essere trattati con sterilizzanti a freddo.

A questo punto la carica microbica presente sul materiale è nulla, ed inizia la terza ed ultima fase: il materiale, risciacquato ed asciugato, viene imbustato ed inserito nell'autoclave, che, portando la temperatura a 121° o a 132° (a seconda del tipo di strumento inserito) in un ambiente a pressione controllata permette la sterilizzazione.

Le buste, datate e controllate, vengono poste sui servi mobili dove saranno utilizzate entro trenta giorni, in caso di non necessità degli strumenti entro tale data, verranno nuovamente sterilizzati.

Come si evince il processo di sterilizzazione adottato dallo studio è duplice, da un lato a freddo, con liquidi adeguati, dall'altro a caldo tramite autoclavazione, in modo da garantire l'assoluta certezza del processo. I monitori di tutte le fasi sono molteplici, alcuni effettuati ad ogni ciclo, altri periodicamente.

TEST AD OGNI CICLO

Le buste monouso contenenti gli strumenti sono provviste di un'area dedicata in cui il viraggio cromatico certifica l'efficacia del trattamento; se lo desidera, il paziente può controllarle prima dell'inizio del trattamento.

L'autoclave, ad ogni processo, produce una stampa con data ed ora dell'avvenuta sterilizzazione indicante parametri pressori e di temperatura di lavoro dell'apparecchio in ogni ciclo effettuato.

In sala d'attesa il paziente può inoltre verificare personalmente l'adeguatezza del processo tramite appositi marcatori monouso tipo Vapor Line, di semplicissima lettura, che vengono inseriti insieme agli strumenti nella terza fase.

TEST QUOTIDIANI

Quotidianamente si procede al Vacuum Test, dove si controlla la tenuta pressoria dell'autoclave, indispensabile per il corretto funzionamento dell'apparecchio.

TEST MENSILI

Ogni mese si effettua il test Bowie e Dick, consistente in un tester simulante un carico poroso multistrato resistente alle alte temperature, all'interno del quale viene inserito un monitore cromatico.    


Mensilmente il Test Helix verifica l'efficacia della penetrazione del vapore nei corpi cavi (tessuti o manipoli); esso è costituito da un tubicino arrotolato con all'estremità una capsula contenente un monitore cromatico, inizialmente di colore celeste ed in caso positivo verde/nero.

TEST PERIODICI

Ogni due mesi si effettua il Controllo Biologico: una provetta contente spore di Bacillus Staerothermophilus (uno dei patogeni più resistenti) viene inserita nell'autoclave e viene effettuato un ciclo standard, la fiala viene poi inserita all'interno di un incubatore biologico insieme ad una non autoclavata per confrontare il risultato. Dopo 48 ore il test viene ultimato comparando cromaticamente le due fiale, quella che ha superato il test sarà di colore viola, mentre in quella di verifica il colore sarà giallo.

 

Da notare che questi test verificano una sola fase del processo di trattamento, ed il risultato positivo è garante dell'assenza microbica, il fatto che ogni strumento sia in realtà sottoposto a tutti i trattamenti sopradescritti assicura l'assoluta certezza della sterilità.

Per poter garantire tutto ciò lo studio si avvale di un gran numero di strumenti che vengono utilizzati a rotazione dagli operatori.

Le persone preposte sono formate con appositi Corsi Certificati e seguono periodici aggiornamenti.